Se vogliamo realizzare un progetto illuminotecnico corretto è indispensabile imparare a conoscere in maniera completa le sorgenti luminose presenti sul mercato.
La scelta della giusta sorgente luminosa, adatta all’ambiente e soprattutto alle caratteristiche dello spazio architettonico per impiego e struttura, è fondamentale e deve essere fatta insieme alla scelta dell’apparecchio stesso che le conterrà. Esistono diverse variabili che caratterizzano una sorgente luminosa e la valutazione di questi dati una volta incrociati fra di loro vi permtteranno di ottenere il massimo dal vostro progetto.
Prestazioni luminose, consumi energetici e valutazione di forme, volumi, architettura dello spazio e caratteristiche dei materiali che stiamo per illuminare sono alcune fra le variabili che ci si trova spesso a tenere in considerazione nell’eleborazione di un progetto illuminotecnico.
Quali sono i parametri da conoscere nella scelta di una sorgente luminosa?
Per prima cosa occorre valutare i parametri quantitativi di una sorgente luminosa, ovvero la sua potenza assorbita, il suo flusso luminoso e la distribuzione dell’intensità luminosa, per arrivare all’efficienza luminosa della lampada stessa. Una valutazione insomma delle principali grandezze fotometriche relative a quella determinata sorgente.
Poi si valuterà la temperatura di colore della sorgente luminosa, la sua resa cromatica e finiremmo con soffermarci sui parametri tecnici della lampada stessa. Questo vuol dire valutare la durata, il decadimento, la forma e le dimensioni delle lampade stesse. La durata di una sorgente è infatti insieme al decadimento una variabile importante nella creazione di un progetto eco-sostenibile e a risparmio energetico che unito al fattore di manutenzione dell’oggetto vi daranno un’idea reale dei costi che si potranno risparmiare installando quello o l’altro prodotto.
Forse non tutti di voi sanno che tutte le sorgenti luminose trasformano in luce soltanto una frazione della potenza elettrica assorbita, questo provoca ovviamente una dispersione energetica considerevole in termini di IR (infrarossi). L’efficienza luminosa di una sorgente luminosa risulta quindi un elemento indispensabile in quei progetti illuminotecnici dove si richiederà all’impianto di stare acceso per un lungo periodi di tempo e quindi con un enorme spreco di energia.
L’efficienza luminosa di una sorgente è una grandezza rappresentata dal rapporto tra il flusso luminoso emesso da quella sorgente luminosa e la potenza elettrica assorbita. La sua unità di misura sono i lumen/watt. Questo rapporto ci indica che a parità di luce emessa ci sono sorgenti di maggior efficienza luminosa che assorbono una minore potenza elettrica e che potrebbe anche accadere il contrario.
La temperatura di colore e la resa cromatica sono importanti?
Alcune schede tecniche di sorgenti luminose riportano correttamente la temperatura di colore e la resa cromatica della lampada e questo dato ci permette di capire la tonalità di colore della luce emessa da quella sorgente e il grado con il quale percepiremo i colori degli oggetti o i materiali illuminati da quel flusso luminoso.
Come interpretare allora i dati di temperatura di colore che leggerete sulla sorgente che avrete acquistato? Ci possiamo fare guidare dalle normative vigenti che stabiliscono che la temperatura di colore si può cosi suddividere:
- Luca Calda – minore di 3300K
- Luce Neutra – tra 3300K-5300K
- Luce Fredda – oltre 5300K
Un particolare da non dimenticare è che spesso potreste incappare in lampadine con stessa temperatura di colore ma con resa cromatica diversa, pertanto fate sempre attenzione a non confondere questi due valori o peggio a trascurarne l’importanza.
Se volete sapere con quale grado di fedeltà quella sorgente luminosa riprodurrà i colori di quel determinato materiale dovrete fare riferimento allora la resa cromatica entra in gioco. Si intuisce facilmente che gli oggetti interagiscono in maniera del tutto personale alla luce attraverso una riflessione selettiva delle componenti spettrali della radiazione luminosa. Questo significa in parole povere che l’oggetto assorbirà le radiazioni di una certa lunghezza d’onda ed emetterà di conseguenza radiazioni della stessa lunghezza d’onda. I colori che otterrete saranno quindi il risultato della frequenza relativa alle radiazioni che quella sorgente è in grado di emettere. Se invece la lampada non sarà in grado di emettere radiazioni di quella determinata frequenza i vostri colori non saranno restituiti fedelmente perchè mancanti su quella frequenza.
La CIE stabilisce che l’indice di resa cromatica, detto anche Ra o ICR, è una grandezza che convenzionalmente esprime una media fra le rese cromatiche di una serie limitate di colori. Con un ICR di 100 si avrà la completa assenza di lacune per quanto riguarda la risposta dei colori.
Per questo si dice che:
- ICR = 85-70 resa BUONA
- ICR = 70-50 resa SUFFICIENTE
- ICR = < 50 resa SCARSA
Dovete valorizzazione oggetti con colori diversi, enfatizzare i contrasti e delineare oggetti particolari? Allora l’indice di resa cromatica vi darà informazioni preziose per il vostro progetto illuminotecnico.
Dovete illuminare quadri, pinacoteche o disegni? Allora un ICR di 90 sarà perfetto. Fra 80 e 90 potrete illuminare correttamente alberghi, uffici, negozi e ristoranti con tonalità di luce calda o simile.