La lampadina ad incandescenza è stata inventata nel 19° secolo. Nel corso degli anni non ci sono stati grandi cambiamenti dal punto di vista tecnico estetico. Eppure, sembra arrivato il tempo in cui la lampadina ad incandescenza deve lasciare il posto alle nuove tecnologie luminose. Vediamo insieme come si è sviluppata nella storia la nostra cara lampadina.
Tutto ebbe inizio nel 1801, quando Humphry Davy riuscì a far passare la corrente in un filo di platino. Da questa idea di Davy, nel 1879, Thomas Alva Edison prese spunto per creare quella che chiamiamo oggi lampadina. Riuscì a commercializzare questa sua invenzione utilizzando perà un filamento di carbonio.
Fu poi l’ungherese Tungsa ad iniziare ad adottare il Tungsteno, quel materiale che vediamo tutti su qualsiasi lampadina a filamento. Nel 20° secolo si capì poi che avvolgere il filamento dentro un involucro alogeno con al suo interno del gas inerte, avrebbe migliorato le sue prestazioni.
Queste sono le temperature di funzionamento di una lampadina a incandescenza
La prima cosa da sapere è che le temperature di funzionamento di una lampadina a incandescenza vanno dai 2700K fino ad un massimo di 2900K.
Ricorda che più la temperatura di funzionamento di una lampadina ad incandescenza sale e più verrà emessa una quantità maggiore di luce. Bello se non fosse che la temperatura del filamento in Tungsteno è legata al calore emesso e questo calore va spesso sprecato. Solo una minima parte di questo calore diventa luce mentre tutto il resto si disperde in calore.
Quali sono i tipi principali di lampadine presenti sul mercato oggi? Ecco i tipi principali:
- con bulbo trasparente;
- con bulbo diffondente;
- con riflettore incorporato.