L’utilizzo dell’acqua a scopi alimentari è comunissimo ed è regolato da normative piuttosto stringenti visto l’impatto che una cattiva qualità dell’acqua può avere sulla salute dei consumatori. Non è certo un caso che a tale proposito la legge preveda controlli molto rigorosi sia sugli acquedotti sia sull’acqua che viene imbottigliata e venduta nei supermercati e nei negozi e/o servita nei bar e nei locali per la ristorazione.
Per quanto riguarda l’acqua non imbottigliata, cioè quella che esce dai rubinetti che può provenire dagli acquedotti o dai pozzi. Il requisito della potabilità non è sempre sufficiente perché l’acqua sia piacevole all’assaggio; non è infatti infrequente il caso di acque che, pur essendo potabili da un punto di vista strettamente legale, non hanno un buon sapore.
Questo può verificarsi a causa di contaminazioni con minerali (ferro, calcio ecc.) che, pur essendo sotto le soglie massime previste dalla legge, possono conferire all’acqua un sapore e un odore poco gradevoli.
Non si deve poi dimenticare che la presenza di certi minerali, in particolare il calcio e il magnesio, può causare alla lunga danni agli elettrodomestici (in particolare alle lavatrici), alla rubinetteria e alle tubazioni.
A tale scopo in commercio sono disponibili soluzioni per il trattamento acque, ovvero controlli elettronici che gestiscono moduli di trattamento per la depurazione, il filtraggio e l’addolcimento delle acque; esistono inoltre schede per la gestione di impianti di gasatura.
Queste schede elettroniche rappresentano di fatto il “cervello” di questi macchinari e ne controllano tutte le funzioni principali.
Depuratori e impianti di filtrazione
Fra i macchinari più noti per il trattamento delle acque vi sono i depuratori a osmosi inversa e gli impianti di microfiltrazione. Entrambe le due tipologie servono a rendere l’acqua più pura, ma il loro meccanismo d’azione è diverso.
I depuratori sfruttano una membrana semipermeabile grazie alla quale è possibile rimuovere dall’acqua quasi tutte le impurità, compresa buona parte dei sali minerali; ne risulta un’acqua pura dal punto vista batteriologico e oligominerale (vale a dire con un basso residuo fisso).
Gli impianti di microfiltrazione sfruttano invece dei filtri al carbone attivo generalmente associati a dispositivi per l’eliminazione o la proliferazione dei batteri; non vengono però rimossi i sali minerali; ne consegue un miglioramento delle caratteristiche organolettiche e un residuo fisso che è sostanzialmente identico a quello iniziale.
In sostanza, con questi macchinari, sia gli uni che gli altri, si ottiene un’acqua priva quasi del tutto di residui e tranquillamente utilizzabile per scopi alimentari.
Addolcitori
I cosiddetti addolcitori sono macchinari con i quali si trattano le acque ricche di sali di calcio e di magnesio, i principali responsabili del calcare che nel medio-lungo termine rovina le tubature e alcuni elettrodomestici; man mano infatti vengono a crearsi dei depositi che poi sono visibili sotto forma di incrostazioni che creano danni sia funzionali che estetici.
L’addolcitore utilizza delle resine a scambio ionico, ovvero sostanze che rimuovono dall’acqua gli ioni di calcio e di magnesio e li scambiano con lo ione sodio. Quella “addolcita” è quindi un’acqua praticamente priva di calcio e magnesio. Esistono addolcitori per usi domestici e anche per usi industriali, utilizzati per esempio nei ristoranti, negli hotel e in altre strutture ricettive.
Gasatori
I gasatori (o gassatori), infine, sono degli elettrodomestici utilizzati per rendere frizzante l’acqua del rubinetto. Per farlo la addizionano di anidride carbonica (o biossido di carbonio, CO2); anche in questo caso esistono apparecchi per uso domestico e apparecchi utilizzati in ambito industriale.